Il lavoro in ambienti confinati è sempre connesso a potenziali e numerosi rischi per la salute degli operatori. Per affrontare nel modo migliore un’incidente, non potendo anticipare eventuali imprevisti, occorre redigere prima uno specifico piano di emergenza. In questo modo, è possibile sviluppare una procedura efficace partendo da una iniziale analisi dei rischi, che prenda in considerazione qualsiasi possibile scenario.
Tuttavia, oltre agli aspetti irrinunciabili per operare in sicurezza, come un’opportuna sorveglianza sanitaria, formazione, informazione e addestramento degli operatori, è necessario considerare sempre 3 aspetti in particolare: criticità dello spazio confinato, stress ed emotività delle persone coinvolte, tempo per intervenire.
Il regolamento che disciplina il sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori, nonché le procedure di sicurezza nel settore degli ambienti sospetti di inquinamento o confinati è il DPR 177/2011. Vediamo quali sono le procedure da seguire per gestire un’emergenza e prestare soccorsi veloci ed efficienti.
Procedura emergenza spazi confinati nell’ambito del DPR 177/2011
Nell’ambito del DPR 177/2011, quando parliamo di spazi confinati, ci riferiamo a luoghi di lavoro che presentano caratteristiche particolari a elevato fattore di rischio, derivanti da condizioni di pericolo.
L’articolo 3, comma 3 del DPR 177/2011 stabilisce che durante tutte le fasi del lavoro in ambienti confinati o sospetti d'inquinamento, occorre adottare una procedura che elimini o riduca al minimo i rischi. Tale procedura dovrà considerare anche l’attività di emergenza, coordinata con il Servizio Sanitario Nazionale e i Vigili del Fuoco.
A titolo informativo, riportiamo un elenco non esaustivo di spazi confinati in cui la pianificazione di queste procedure è obbligatoria, per preservare la salute dei lavoratori:
- silos e serbatoi;
- cisterne e autocisterne;
- reti fognarie e telefoniche interrate;
- camere di depurazione e combustione;
- pozzi e fosse biologiche;
- parti o componenti di impianti industriali, ecc.
Sono tutti luoghi confinati che possono presentare rischi di natura diversa, come:
- gas nocivi;
- vapori;
- elevate temperature;
- vicinanza alle fiamme;
- mancanza d'ossigeno.
Dunque, qualsiasi attività lavorativa in ambienti sospetti di inquinamento o confinati può essere svolta solo da imprese o lavoratori, anche autonomi, qualificati in possesso di precisi requisiti. Per ulteriori informazioni su obblighi e figure autorizzate rimandiamo a questo approfondimento: Spazi confinati – quali sono i rischi e chi può lavorarci.
Cosa prevede una procedura di emergenza in spazi confinati
Prima di inoltrarci nelle possibili fasi di una procedura d’emergenza, è necessario sottolineare che può essere ritenuta buona prassi solo se validata dalla Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro (Art.2, comma 1, lettera v del D.Lgs 81/2008).
Inoltre, l’articolo 43 del D.Lgs. 81/2008 (Obblighi del datore di lavoro e del dirigente), ai fini dell’articolo 18, lettera t, dello stesso decreto, rimanda al datore di lavoro la responsabilità di:
- organizzare i necessari rapporti con i servizi pubblici competenti in materia di primo soccorso, salvataggio, lotta antincendio e gestione dell'emergenza;
- designare i lavoratori incaricati dell'attuazione delle misure di prevenzione, evacuazione, salvataggio, primo soccorso e gestione dell'emergenza;
- informare tutti i lavoratori dei pericoli gravi e immediati a cui sono esposti, le misure predisposte e i comportamenti da adottare;
- programmare gli interventi, prendere i provvedimenti necessari e dare istruzioni affinché i lavoratori, in caso di pericolo non evitabile, possano cessare la loro attività, o mettersi al sicuro.
- adottare i provvedimenti necessari affinché qualsiasi lavoratore, in caso di pericolo grave e immediato per la propria sicurezza o per quella di altre persone, possa prendere le misure adeguate a evitarne le conseguenze, tenendo conto delle sue conoscenze e dei mezzi tecnici disponibili;
- garantire la presenza di mezzi di estinzione idonei alla classe di incendio e al livello di rischio presenti sul luogo di lavoro, tenendo anche conto delle particolari condizioni in cui possono essere usati. L’obbligo si applica anche agli impianti di estinzione fissi, manuali o automatici, individuati in relazione alla valutazione dei rischi.
Quindi, un piano di emergenza efficiente deve considerare la natura dello spazio confinato e i rischi identificati, oltre a riportare le procedure di soccorso in caso di incidente. Infine, deve essere comunicato a tutte le imprese e i liberi professionisti coinvolti nelle attività lavorative.
Procedura emergenza spazi confinati: le fasi fondamentali
Attuati gli obblighi e le procedure di sicurezza per gli ambienti confinati, nel rispetto di quanto stabilito dal DPR 177/2011 e dal D.Lgs. 81/2008, vediamo come potrebbe svolgersi la gestione dell’emergenza.
Prendiamo come riferimento quanto indicato nel “Manuale illustrato per lavori in ambienti sospetti di inquinamento o confinati” redatto dall’INAIL. Dunque, quando un lavoratore all’interno di un ambiente confinato avverte un malessere, perde i sensi o subisce un trauma, la procedura di emergenza in spazi confinati prevede 3 fasi fondamentali.
#1 Allarme
Il responsabile che sovraintende i lavori deve dare immediato allarme chiamando la squadra di emergenza interna, qualora sia prevista. Nessuno deve entrare nel luogo confinato senza prima organizzare l’intervento con altri soccorritori.
Dove previsto, e secondo la procedura aziendale, devono essere avvisati immediatamente i Vigili del Fuoco e il Servizio 118, fornendo tutte le informazioni opportune, come:
- nome dell’azienda;
- indirizzo del luogo di lavoro da raggiungere;
- nome e numero di telefono;
- tipologia di incidente in corso;
- numero di lavoratori coinvolti.
Prima di attivare il soccorso, se necessario, arrestare gli impianti collegati alla situazione di emergenza, evitando che possano creare pericolo per gli operatori.
#2 Recupero
Le persone che eseguono il salvataggio devono indossare DPI adeguati all’intervento, oltre a essere dotati di respiratori indipendenti dall’aria circostante o autorespiratori d’emergenza. Nel caso risulti impossibile estrarre il lavoratore dall’ambiente confinato, è necessario fargli respirare aria pulita prelevata dall’esterno.
Il recupero del lavoratore dall'ambiente confinato deve prestare attenzione ai passi d’uomo verticali, perché nelle fasi di salvataggio può essere complicato recuperare ed estrarre una persona non collaborante. Pertanto, le modalità di imbragatura dovranno evitare il basculamento del corpo e garantire l’estrazione in posizione verticale dell’operatore infortunato.
Saranno necessari sistemi come torce, imbracature, dispositivi meccanici di sollevamento, autorespiratori e dispositivi di monitoraggio ossigeno.
#3 Trasporto
Dopo aver estratto il lavoratore infortunato dall’ambiente confinato, dovrà essere trasportato con mezzi di movimentazione opportuni a preservarne le condizioni fisiche. È indispensabile la presenza di personale addestrato e incaricato del Primo Soccorso, designato dal datore di lavoro. In questo modo, nell’attesa dei soccorsi, in casi estremi di cessazione delle funzioni vitali, è possibile ricorrere alla rianimazione cardiorespiratoria.
Come tutto il personale, anche i soccorritori dovranno essere adeguatamente formati, informati e addestrati in funzione di caratteristiche logistiche e fattori di rischio del luogo di lavoro. E dovranno essere consapevoli che nel soccorso del lavoratore in difficoltà anche la loro stessa vita sarà in pericolo.
Procedura emergenza spazi confinati: la formazione pratica e teorica può salvare una vita
La procedura d'emergenza in spazi confinati è particolarmente articolata e deve prevedere un piano di soccorso efficiente e tempestivo. Nonostante le disposizioni del DPR 177/2011 forniscano linee guida strategiche per contrastare gli infortuni in spazi confinati, non sempre è possibile seguire uno schema operativo univoco.
Le variabili sono numerose: caratteristiche dell'ambiente confinato, tipo di agenti fisici, chimici e biologici presenti, ecc. Ogni elemento in gioco influisce sulla progettazione di un piano di emergenza efficace.
Tutto il personale, che a qualunque titolo debba operare in un ambiente confinato e/o fornire assistenza dall’esterno, deve essere preventivamente autorizzato dal proprio Datore di Lavoro. Inoltre, deve essere informato, formato e addestrato per:
- applicare le procedure idonee al contesto;
- conoscere e utilizzare correttamente i dispositivi di protezione individuale e le attrezzature di lavoro, in base alle attività da svolgere e dei rischi presenti;
- avere un’idonea formazione sanitaria per la mansione specifica.
Una considerazione finale merita l’aspetto progettuale dello spazio confinato. Spesso, questo viene pensato e realizzato in base alla funzione che deve avere nel contesto in cui è inserito (sia esso un impianto, un condotto sotterraneo o altro) e non viene dato lo stesso peso alla progettazione di adeguati sistemi di accesso, lavoro e recupero di emergenza. Non si prende quindi in giusta considerazione il fatto che, successivamente, alcuni lavoratori dovranno intervenire all’interno di tali luoghi per attività di ispezione o manutenzione, con tutte le difficoltà e i rischi del caso. Questo fa sì che una procedura di emergenza, per quanto ottima, non sia condizione sufficiente a garantire il buon fine di un salvataggio.
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