Martedì, 23 Novembre 2021 06:27

Spazi confinati: quali sono i rischi e chi può lavorarci

Quando parliamo di spazi confinati intendiamo ambienti chiusi o limitati, accomunati dalla presenza di fattori di rischio molto elevati. Di solito, sono quei luoghi progettati per non essere occupati da persone, ma abbastanza grandi da permetterne l’ingresso nel caso di interventi specifici, come manutenzione, ispezione, ecc.

Nell'ambito della sicurezza sui luoghi di lavoro in Italia, gli spazi confinati sono regolati dal DPR 177/2011, che definisce i principali requisiti a cui le aziende devono attenersi. Per operare in questi luoghi, riducendo al minimo i rischi, sia per i lavoratori che per i datori di lavoro, informazione, formazione e addestramento continui, sono fondamentali.

Addentriamoci nell’argomento per evidenziarne gli aspetti più importanti, chiarire quali siano i potenziali rischi e le persone autorizzate a lavorare in ambienti confinati.

 

Cos'è uno spazio confinato?

Le diverse indicazioni reperibili, sia online che offline, sono un po’ confusionarie e sembra non esserci una definizione univoca di spazi confinati. Secondo il DPR 177/2011, il termine – spazio confinato – è riferito a un luogo di lavoro che presenta caratteristiche particolari a elevato fattore di rischio, derivanti da condizioni di pericolo. Per esempio:

  • presenza di sostanze inquinanti;
  • mancanza d'ossigeno;
  • eccessivo calore o umidità;
  • rischio di caduta;
  • presenza di materiali infiammabili/esplosivi.

 

Sono tutte condizioni critiche, in cui è notevole il rischio di gravi infortuni o morte. Per chiarire meglio quali ambienti possano essere definiti come spazi confinati, possiamo indicare a titolo di esempio:

  • serbatoi e silos;
  • cisterne o vasche;
  • camere di combustione;
  • tubazioni e reti fognarie;
  • scavi di dimensioni ristrette.

 

Solitamente sono luoghi particolarmente ridotti, chiusi o aperti, ma sempre progettati per non implicare la presenza di persone al loro interno, se non per interventi specifici e temporanei. Tuttavia, i requisiti di sicurezza da soddisfare possono essere differenti in funzione del luogo di riferimento.

 

Cosa prevede il decreto sulla sicurezza degli ambienti confinati?

Oltre a indicare la definizione di spazi confinati, il DPR 177 del 2011 prevede una serie di obblighi per operare in sicurezza in tali ambienti. Obblighi che si aggiungono a quelli definiti dal precedente D.Lgs. 81/2008.

Nonostante il rischio zero non esista, è possibile ridurlo al minimo attraverso azioni mirate:

  • informazione, formazione e addestramento di lavoratori e datori di lavoro con verifiche e aggiornamenti periodici;
  • utilizzo di DPI di III categoria e strumenti di sicurezza idonei alle mansioni da svolgere (rilevatori di gas, dispositivi di monitoraggio dell'aria, piattaforme elevabili, maschere per agenti chimici, protezioni per occhi, imbragature, funi, elmetti, guanti, calzature antinfortunistiche ecc.);
  • presenza di personale esperto e opportunamente formato nella gestione di emergenze in spazi confinati;
  • comunicazione preventiva del committente sui potenziali rischi che potrebbero manifestarsi nei confronti dei lavoratori di aziende appaltatrici coinvolte nelle attività all’interno dello spazio confinato in questione;
  • supervisione da parte di un lavoratore o preposto con comprovata esperienza e competenze su salute, sicurezza sul lavoro e valutazione del rischio.

 

Per sintetizzare e rendere più accessibile il contenuto del decreto è consultabile il Manuale Illustrato per lavori in ambienti sospetti di inquinamento o confinati. Realizzato e pubblicato dall’INAIL, ai sensi dell’art. 3 comma 3 del DPR 177/2011, è un documento gratuito, sintetico e intuitivo.

 

Chi può lavorare negli spazi confinati?

Ai sensi dell'Art. 2 del DPR 177/2011, le attività lavorative in ambienti confinati o a rischio d'inquinamento possono essere unicamente svolte da aziende o lavoratori autonomi con formazione adeguata.

A tal proposito è strettamente necessario:

  • osservare tutte le disposizioni sulla valutazione dei rischi, sorveglianza sanitaria e gestione emergenze;
  • impiegare personale con esperienza almeno triennale su lavori in ambienti ad alta pericolosità, in percentuale non inferiore al 30% della forza-lavoro;
  • effettuare attività formative e informative periodiche, teoriche e pratiche;
  • fornire dispositivi e strumenti idonei alla prevenzione e riduzione del rischio;
  • rispettare le previsioni sul Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC);
  • applicare integralmente la parte economica e normativa del CCNL di settore.

 

Tra i settori più a rischio troviamo quelli industriali. In particolare, dove è previsto l’uso di sostanze chimiche contenute, in forma intermedia o finita, in spazi che necessitino di pulizia e manutenzione periodiche. Quindi, le attività in tali settori dovranno porre particolare attenzione nel soddisfare le disposizioni in vigore.

 

La formazione per la sicurezza negli ambienti confinati

Qualsiasi sia l'ambiente di lavoro, la formazione dovrà essere mirata alla conoscenza di tutti i fattori di rischio propri di tale attività. Sebbene la Conferenza Stato-Regioni non indichi disposizioni uniformi, né una specifica regolamentazione, riguardo la durata e gli aggiornamenti, le tematiche generalmente affrontate dovranno essere sia teoriche che pratiche:

  • definizione spazi confinati e caratteristiche;
  • obblighi del datore di lavoro e dei lavoratori;
  • prevenzione e valutazione dei rischi;
  • messa in sicurezza dell’area di lavoro;
  • valutazione dei DPI e dell’equipaggiamento;
  • tipologie di pericoli;
  • utilizzo dei DPI di III categoria e degli strumenti di sicurezza;
  • osservazione dell’area di lavoro;
  • ingresso e svolgimento della mansione;
  • gestione delle emergenze e recupero lavoratori in difficoltà.

 

La formazione è un obbligo certificato, ma è anche un dovere. Consente a tutti coloro che svolgono lavori in spazi confinati di operare e agire in caso di emergenza nel modo più efficace possibile. Infine, in caso di appalto o subappalto, spetterà al committente l'obbligo di fornire formazione e addestramento mirati ai lavoratori dell’azienda appaltatrice, per operare all’interno dello specifico contesto, che si configura come ambiente confinato o sospetto di inquinamento.

 

Spazi confinati: formazione e sicurezza hanno sempre la priorità

Purtroppo, la definizione di spazio confinato può risultare poco chiara in fase di identificazione, soprattutto per quanto riguarda la valutazione dei rischi e i livelli di pericolosità.

Il DPR 177/2011 si limita a includere una definizione di spazio confinato e una serie di informazioni generiche che, solo in parte, sono collegabili ai reali ambienti di lavoro. Ecco perché è di fondamentale importanza seguire corsi di formazione professionali. Oltre a soddisfare gli obblighi di legge, consentono ai lavoratori di prevenire i potenziali rischi.

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